La maggior parte delle diete vivono di moda e come tali, oggi ci sono e domani scompaiono. Poi, qualcuna ritorna, qualcun’altra, invece, resta nella storia come caposaldo della “scienza dell’alimentazione”.
Da alcune settimane, grazie al clamore che ha suscitato il dimagrimento di alcune “star” dello spettacolo (e non solo) è tornata di moda la Dieta Sirt. Una dieta ideata già nel 2015 da due medici nutrizionisti inglesi Aidan Goggins e Glen Matten. Passata poi, in parte, nel dimenticatoio per qualche anno, ha ritrovato recentemente la sua seconda vita grazie al clamoroso dimagrimento di 30 chili della cantautrice britannica Adele che ha sfoggiato una nuova strabiliante silhouette.
Questa dieta nasce successivamente ad importanti scoperte effettuate nel 2003. Studi nel campo dell’Epigenetica hanno dimostrato come l’assunzione di alcuni cibi possa attivare gli stessi geni che si mettono in moto durante il digiuno.
Sono geni della “sopravvivenza” chiamati sirtuine (da qui il nome Sirt attribuito alla dieta) che stimolano le cellule del corpo – ma anche e soprattutto alcuni organelli intracellulari chiamati mitocondri –¬ a produrre più energia sotto forma di adenosintrifosfato (ATP) utile alla cellula in difficoltà, e a trascrivere, a livello intranucleare, parti di DNA che entrano in azione soltanto in situazione di stress come il digiuno.
In tali condizioni si realizzano quegli importanti eventi fisiologici legati allo “stato di emergenza” che porteranno all’attivazione di geni, prima “dormienti”, con la immediata e conseguente produzione di molecole capaci o di riparare rapidamente i danni subiti dalla cellula o di arrivare, nel caso ciò non fosse possibile, alla più opportuna scelta di una “morte programmata” (definita scientificamente apoptosi).
I cibi che, secondo queste ricerche, attivano i geni delle sirtuine sono numerosi. Tutti perlopiù accomunati dalla presenza di molecole appartenenti alla stessa grande famiglia dei polifenoli. Un vasto gruppo di molecole eterogenee dalle importanti proprietà antinfiammatorie, antiossidanti, antiaterogene, anticancerogene, antibatteriche e antivirali.
Di questa vasta famiglia, che attiva i geni SIRT, fanno parte molecole come la quercitina (flavonoide ubiquitario presente in una grande varietà di frutti come mele, agrumi, frutti di bosco, olive, uva o di verdure e ortaggi come broccoli, pomodori, sedano, capperi e cipolle), un vasto gruppo di catechine (presenti nel tè, in particolar modo quello verde, cacao – quindi cioccolato – e vino), la malvidina (pigmento dalla colorazione blu appartenente alla vasta classe delle antocianine (presenti nel ribes, uva nera, fragole, more, sambuco, cavolo rosso, melanzane, piselli) e il resveratrolo (presente nella buccia dell’uva e nel vino, in particolare quello rosso).
Tutte molecole ed alimenti presenti abbondantemente nella Dieta Mediterranea.
La “rivoluzionaria” Dieta Sirt, secondo gli autori, ha qualcosa in più che la rende “vincente” rispetto alle altre, perché non solo consentirebbe di attivare “i geni della magrezza” senza ricorrere ad alcun digiuno al fine di ottenere un più veloce dimagrimento ma, anche e soprattutto, perché permetterebbe di mantenere stabile il peso nel tempo senza dover togliere alcun cibo dalla propria alimentazione.
A sostegno della loro innovativa proposta dietologica, i due nutrizionisti britannici, ritengono infatti che il fallimento della maggior parte delle diete risieda nell’incapacità di difendere tale conquista negli anni perché le rinunce o la riduzione degli alimenti di cui si è particolarmente golosi alla lunga è snervante e difficile da sostenere mentre il sacrificio che si fa con la dieta Sirt dura pochi giorni e consente di mangiare qualsiasi cosa si desideri. “Per questo è più facile da seguire e mantenere rispetto a qualsiasi altra dieta” ha rimarcato Adele.
Il programma della Dieta Sirt si realizza attraverso due fasi:
la prima “di attacco”, della durata di sette giorni che ha lo scopo di attivare i geni Sirt definiti, da alcuni, anche “geni brucia grassi”;
la seconda detta “di mantenimento” della durata di due settimane che ha lo scopo di mantenere “alto” il numero di giri del motore della macchina metabolica al fine di continuare a bruciare efficacemente i lipidi in eccesso.
Entrambe le fasi della dieta si possono ripetere più volte fino al raggiungimento del dimagrimento voluto e, di tanto in tanto, si possono riprendere entrambe le due fasi per consentire la stabilizzazione ponderale.
La fase più critica della Dieta Sirt sembrerebbe essere solo la prima settimana.
I primi tre giorni sono costituiti da tre pasti: due a base di frullati fatti con verdure, ortaggi e frutta (esempio cavolo, mela e sedano) ed un pasto “solido” con l’aggiunta di “cibi sirt” per un totale di massimo di 1000 calorie che servono per attivare i geni “della magrezza” con la differenza che in questo programma dietologico non è necessario il digiuno per attivare le sirtuine ma, sia pure in restrizione calorica, qualcosa si assume. Dal quarto al settimo giorno le calorie salgono a 1500 attraverso due pasti solidi e due frullati sirt. Al termine della prima settimana i due nutrizionisti inglesi sostengono che si possono perdere anche tre chili e mezzo di peso.
Dopo la prima settimana comincia un programma di mantenimento con tre pasti solidi e un frullato sirt.
In conclusione, questa è la dieta Sirt: una dieta, a mio parere, molto “mediterranea”, con l’aggiunta di frullati …“alla moda”.
Ma ricordatevi sempre di non seguire mai, e sottolineo mai, una qualsiasi dieta senza che un Nutrizionista ve l’abbia prescritta.
Gaetano Paparesta