Se vogliamo uscire in tempi accettabili da questa drammatica emergenza dovuta al Covid-19 l’unica certezza è quella di ridurre il contagio e il contagio si riduce in assenza di contatti. Per cui bisogna rimanere a casa.
In contemporanea la scienza deve essere supportata per trovare vaccini e cure che possano definitivamente bloccare la diffusione e i suoi devastanti effetti a livello individuale e sociale.
Veniamo ora agli appunti di cui si fa riferimento nel titolo di questo articolo.
La natura e la scienza ci possono venire incontro nel migliorare il nostro sistema immunitario, soprattutto quello “innato”.
Proveremo a fare un elenco, certamente non esaustivo e completo, di cibi e i rimedi che la letteratura in materia ritiene utili a rinforzare il sistema immunitario.
Prima di cominciare, però, è necessario ricordare brevemente quali sono le strategie che l’organismo mette in campo quando viene aggredito da un agente estraneo e quali quelle dei virus per penetrare ed invadere le cellule del corpo.
Le possibili risposte di autodifesa del corpo sono due.
La prima risposta immunitaria è quella innata, non specifica, presente fin dalla nascita chiamata appunto “immunità aspecifica” che reagisce in maniera immediata, dopo poche ore, contro tutto ciò che non fa parte del corpo (“non-self”). È la nostra prima linea di difesa.
La seconda risposta immunitaria è quella “specifica” o adattativa, nota anche come immunità acquisita. È quella più tardiva, messa in atto dopo alcuni giorni o settimane, che produce una risposta più mirata (gli anticorpi) e consente di avere una “memoria” nei confronti di agenti estranei precedentemente incontrati. È la seconda linea di difesa del nostro corpo, quella più “sofisticata”.
Le difese aspecifiche contro i virus (ma anche contro i batteri ed altri organismi estranei al nostro corpo) sono le uniche difese che possiamo veramente potenziare per evitare di essere contagiati. Quelle specifiche, più mirate, sono troppo lente per intervenire. Hanno necessità di tempi più lunghi. Tempi che non abbiamo perché un virus si sviluppa molto più velocemente di una qualsiasi risposta specifica, solo dopo alcuni minuti dal suo ingresso nell’organismo.
Vediamo ora, invece, cosa sono e come agiscono i virus sull’altro fronte.
I virus sono agenti infettivi di natura non cellulare e strutturalmente molto semplici. Hanno dimensioni piccolissime paragonabili a quelle delle molecole. Sono costituiti da DNA o RNA (acidi nucleici) ricoperti da capsule proteiche (capsidi). Possiamo definirli dei parassiti endocellulari “obbligati” perché per potersi riprodurre hanno bisogno necessariamente di una cellula e di tutti gli organi, gli enzimi e i sistemi cellulari della cellula ospitante.
Quando un virus penetra nella cellula “ordina”, attraverso il suo acido nucleico, di costruire i suoi componenti (acido nucleico e capside) in maniera esponenziale al fine di ottenere numerosissime copie di se, fino a far morire la cellula stessa, spesso, facendola “esplodere” (effetto citolitico). In questo modo il virus fuoriesce dall’ospite e si espande ad altre cellule.
Ma la cellula infettata non è passiva all’attacco dell’invasore e prima di soccombere tenta una repentina reazione. Nel momento in cui comincia a percepire una “esagerata” moltiplicazione di acidi nucleici “estranei” mette in atto una risposta immediata (risposta aspecifica) che la porta a produrre una serie di molecole proteiche chiamate interferoni (INF).
Gli interferoni che fanno parte di una numerosissima famiglia di molecole, le citochine, si chiamano proprio in questo modo perché “interferiscono” con i virus. La loro azione si esplica sia sull’agente infettante interferendo sulla replicazione della stessa all’interno della cellula infettata, impedendo così la diffusione ad altre cellule vicine, sia stimolando l’attività di altre cellule del sistema immunitario come le natural killer (cellule deputate alla distruzione di cellule tumorali e di quelle infette da virus), i macrofagi (abili nell’inglobare e distruggere gli agenti estranei) e i linfociti T (leucociti esperti nel riconoscere attraverso “intermediari” le infezioni scatenate da microrganismi intracellulari come i virus ed eradicarle). Tutte cellule impegnate nella prima linea di difesa del corpo ma protagoniste anche successivamente.
Quando un virus entra e si moltiplica all’interno di una cellula, attiva inconsapevolmente il “gene della reazione”, che porta a produrre gli interferoni soprattutto alfa e beta (INF-α e INF-β) che vengono rilasciati non solo nella cellula stessa ma anche in quelle circostanti. Queste ultime, “allertate” dalla minaccia esterna, producono immediatamente enzimi capaci di interrompere qualsiasi replicazione di virus che finisse eventualmente per fare ingresso.
Rafforzare il sistema immunitario aspecifico significa quindi sostanzialmente andare ad allertare, con una certa immediatezza, il sistema immunitario, attivando precocemente questi meccanismi di difesa appena descritti così sinteticamente, capaci di aggredire qualunque cosa possa costituire una minaccia per l’organismo.
Vediamo ora quali sono gli alimenti o altre molecole attive capaci di allertare e stimolare il sistema immunitario:
- Aglio (Allium Sativum). È tra i maggiori stimolanti dell’attività dei macrofagi, delle cellule natural killer e dei linfociti sia B che T. La sua azione si esplica anche sul microbiota intestinale andando a favorire la proliferazione dei microrganismi “buoni” responsabili in gran parte delle nostre difese immunitarie. In vitro l’azione antivirale dell’aglio è stata dimostrata soprattutto sui rinovirus, herpes simplex, virus dell’influenza e polmoniti virali mentre alcuni studi clinici hanno dimostrato come riduca significativamente la durata e la gravità delle infezioni delle vie respiratorie superiori.
- Astragalo (Astragalus Membranaceus). È tra le piante immunostimolanti più potenti. Le sue radici sono infatti ricche di saponine e polisaccaridi capaci di stimolare l’interferone (proteina del sistema immunitario che, come ho già detto, è capace di inibire la proliferazione dei virus) ma anche di determinare un incremento dei linfociti, della stimolazione delle NK, dell’attivazione dei macrofagi e dell’espressione dell’interleuchina 1 e del TNFα (tumor necrosis factor alfa), tutti fattori che intervengono nell’immunità innata.
- Alga Klamath (Aphanizomenon flos-aquae). Un tipo di alga verde-azzurra (cianobattere) che vive nelle acque del Lago Klamath in Oregon: un concentrato di minerali, vitamine, oligoelementi e molecole bioattive capaci di stimolare il sistema immunitario nei suoi diversi aspetti e, per quanto riguarda le infezioni da virus, in grado di mobilizzare le NK, attivare i macrofagi e le cellule fagocitarie che terminano il lavoro eliminando i patogeni.
- Shiitake (Lentinula edodes) e Maitake (Grifola frondosa). Funghi grossi, neri e carnosi della tradizionale medicina orientale dalle innumerevoli proprietà immunostimolanti. Sebbene la loro azione si esplichi soprattutto nell’immunità adattativa, con la produzione di anticorpi contro qualsiasi agente estraneo (soprattutto batteri, ma anche cellule tumorali e agenti virali), la presenza di zuccheri complessi come il Lentinano (presente nello Shiitake) li rende capaci di sollecitare la proliferazione e l’azione di macrofagi, linfociti T e natural killer e di indirizzarla non solo contro i batteri e cellule tumorali ma anche contro quelle infettate da virus. Diversi studi hanno evidenziato la loro efficacia nell’affiancamento a terapie antivirali soprattutto contro l’epatite B e l’HIV. Sono entrambi funghi orientali che troviamo facilmente anche nei nostri supermercati o in negozi alimentari specializzati.
- Sambuco nero (Sambucus nigra). Utilizzato in fitoterapia per le sue numerose attività biologiche. È stato dimostrato che è un antivirale soprattutto contro il virus dell’influenza non solo perché impedisce la prima fase dell’infezione bloccando le proteine virali di adesione alla cellula ospite ma anche perché riesce a reprimere il ciclo di moltiplicazione virale in più fasi. È capace inoltre di stimolare il rilascio di citochine (molecole messaggere del sistema immunitario) al fine di coordinare una più efficiente reazione contro l’agente patogeno nella risposta adattativa.
- Carmantina (Andrographis Paniculata). Pianta poco conosciuta da noi, originaria dell’India e dello Sri Lanka. Utilizzata nella medicina ayurvedica per rafforzare le difese immunitarie e da sempre utilizzata per prevenire e curare gli stati influenzali caratterizzati da febbre e infiammazione delle vie respiratorie. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ne ha riconosciuto ufficialmente la validità nella prevenzione e il trattamento di faringiti, sinusiti, raffreddore, bronchiti, polmoniti e altre infiammazioni e disturbi a carico dell’apparato respiratorio sia di origine batterica che virale. Dati scientifici hanno riportato numerosi vantaggi anche nella cura delle epatiti virali e nel trattamento dell’AIDS.
- Geranio Africano (Pelargonium sidoides). Utilizzato in tutto il mondo come rimedio nel trattamento delle più comuni affezioni respiratorie sia batteriche che virali. I principi attivi presenti nella radice di questa pianta esplicano i loro effetti antivirali in due modi: impedendo al virus l’ancoraggio sulla superfice cellulare e, quando la cellula è ormai infettata, la fuoriuscita dei virioni e la diffusione dell’infezione. In Italia questo farmaco vegetale si può trovare sotto forma di sciroppo per il trattamento del comune raffreddore nei bambini dai 6 ai 12 anni o sotto forma di compresse per gli adulti. Data la sua efficacia e sicurezza il Pelargonium sidoides può essere utilizzata all’esordio di una infezione respiratoria virale ma anche quando l’infezione è già in corso per prevenire complicazioni batteriche e quindi ridurre l’impiego di antibiotici.
- Vitamina D. La sua carenza è una delle più comuni carenze vitaminiche riscontrate negli adulti. Ma il recettore della vitamina D è presente in tutte le cellule del sistema immunitario, sia innato (macrofagi e monociti) che acquisito (linfociti T e B). Una carenza da questa vitamina espone maggiormente ad infezioni del tratto respiratorio superiore, sia virali (influenza compresa) che batteriche. La particolare suscettibilità di infezioni nel periodo invernale potrebbe essere associata alla sua minore concentrazione ematica rispetto a quella estiva. Un importante studio tedesco (l’Esther study) ha dimostrato che una deficienza della vit. D (< 30 nmol/L) ha aumentato il rischio di mortalità per le malattie respiratorie del 250% rispetto alle persone con valori > 50 nmol/L.
- Vitamina C (Acido ascorbico). L’efficacia della vitamina C nel trattamento delle infezioni virali (ma anche batteriche) è ormai nota da diverso tempo ed è stata dimostrata in numerosi studi. Si è confermato essere efficace nelle comuni infezioni da rinovirus e virus influenzali ma anche in virus più pericolosi come il virus aviario H1N1, lo Zica e il Chikungunya. La sua azione diretta sui virus si realizza principalmente attraverso la stimolazione dell’interferone che contrasta la sua diffusione ad altre cellule ma anche ostacolando l’assemblaggio dei sui costituenti (DNA o RNA e capside). La sua azione immunitaria inizia con quella innata e prosegue con quella adattativa. La vitamina C stimola infatti la produzione di anticorpi e l’intervento dei monociti e dei natural killer nel luogo dell’infiammazione migliorando la fagocitosi di virus e di batteri.
- Zinco. Sono ormai numerosi gli studi che dimostrano come lo zinco stimoli il sistema immunitario. È infatti un metallo essenziale nei normali processi di divisione e differenziazione cellulare e nella formazione delle cellule T. Gli anziani ne sono frequentemente carenti ed è per questo che spesso hanno un sistema immunitario indebolito. Si è dimostrato che la somministrazione di zinco stimoli l’attivazione dei macrofagi, delle cellule natural killer e dei linfociti T. Questi studi documentano inoltre come un’adeguata assunzione di zinco (fino a 30 mg) in associazione alla vitamina C (fino a 1g) migliori i sintomi e accorci la durata delle infezioni del tratto respiratorio, compreso quello del comune raffreddore.
Naturalmente nessuno di questi alimenti ed integratori ci può rendere immuni da un qualunque virus (o altro tipo di aggressione patogena) che minacci il nostro stato di salute ma può certamente contribuire a potenziare quella che è la nostra unica arma immunitaria di protezione contro i virus: il sistema innato, la nostra prima linea di difesa. L’utilizzo di alimenti e integratori, singolarmente o in associazione, deve avvenire sempre sotto il consiglio e le indicazioni di un nutrizionista.
Gaetano Paparesta