L’autunno porta sulle nostre tavole uno dei suoi frutti più rappresentativi: la melagrana. Un frutto ricco di valori simbolici e nutrizionali.
La melagrana, frutto del melograno (l’albero), è chiamata anche mela granata o semplicemente granata. Il suo nome deriva dal latino malum (“mela”) e granatum (“con semi”).
Ricco di valori simbolici la melagrana è espressione di produttività e fertilità in numerose civiltà e culture. Ma anche di forza, ricchezza e coesione, come sono i grani (gli arilli) presenti stretti, uno a fianco all’altro, all’interno di frutto.
La sua immagine è presente nel logo di numerose città turche. Ma è anche il simbolo di Granada, la nota città dell’Andalusia, da cui ha preso il nome.
Gli antichi Egizi, tremila anni prima di Cristo, la utilizzavano come pianta ornamentale da offrire in dono ai defunti all’interno dei sepolcri.
Nell’antica Grecia, vissuta da sempre nel mito delle divinità di Crono e Rea, Demetra, sorella di Zeus, grande dea della Terra e protettrice del matrimonio e della fertilità, è rappresentata quasi sempre con una melagrana. Per cui questo frutto è diventato così, simbolo, anche oggi, di prosperità e di fecondità. C’è infatti, chi usa ancora rompere una melagrana durante il matrimonio o dona questo frutto, come simbolo di fertilità, felicità e abbondanza a chi ha appena comprato casa.
Anche in Cina aveva una forte valenza simbolica. Veniva (e viene tuttora) consumata dai neo-sposi nel giorno del loro matrimonio per benedire la loro unione.
Nella civiltà Babilonese, i guerrieri, prima di andare in guerra, masticavano i suoi semi per diventare invincibili.
Nella cultura cristiana e cattolica la melagrana è simbolo di energia vitale. Espressione di vita, fecondità e amore. Ma anche simbolo premonitore di passione (per via di quel colore rosso intenso del succo che richiama alla mente quello del sangue “vivo”). La sofferenza, il sacrificio e il martirio non sono però vani, ma prolifici e fecondi, come la presenza numerosa dei sui semi. Cosicché, in numerosissime rappresentazioni cristiane, ritroviamo spesso questo frutto tra le mani della Madonna, come nella statua di pietra della Madonna della Melagrana del XVI secolo, presente nel Museo di Lucera. Oppure in numerosi dipinti della stessa Madonna. Famosi sono quelli del Botticelli e di Leonardo da Vinci.
Ma la ricchezza dei valori simbolici della melagrana non sono nati per caso. I suoi molteplici significati e i cospicui utilizzi gli derivano direttamente dalla presenza delle sue numerose proprietà benefiche, utilissime per la salute dell’uomo.
Il frutto, esternamente di colore giallo-arancio è estremamente coriaceo. Internamente è diviso, in numerose logge, da setti fibrosi di colore giallo. All’interno, in ognuna di queste cavità, c’è un quantitativo enorme di granelli “sfaccettati” (gli arilli) contenenti il seme. Dall’apparenza vitrea, polposi e dal sapore agrodolce.
Le sue proprietà e virtù più importanti sono legate alla presenza di antiossidanti e di flavonoidi che aiutano a contrastare i radicali liberi.
Come tutti i frutti, questo “prodotto” autunnale, è costituito principalmente da acqua (80%). Il suo contenuto di zuccheri è abbastanza consistente (15,9 gr). Ma è presente anche un alto valore di fibra (4 grammi per 100 grammi di prodotto), importante per chi ha la necessità di mantenere basso il picco glicemico.
La melagrana è ricca di vitamine del gruppo B, con una discreta quantità di vitamina C (il 15% RDA, Dose Raccomandabile Giornaliera) e un non trascurabile contenuto di vitamina K.
I minerali più numerosi sono il calcio, il fosforo ma, soprattutto, il potassio (290 mg.).
Le proprietà benefiche gli derivano però soprattutto dalla presenza di altri “formidabili” micronutrienti. L’acido ellagico, per esempio, utile per contrastare i processi di invecchiamento e favorire la protezione dai mutamenti del DNA. L’acido gallico e la quercitina che salvaguardano dai processi di ossidazione. I fitosteroli che contrastano l’assorbimento del colesterolo cattivo da parte dei macrofagi. I tannini che hanno un effetto antibatterico e antifungino. La luteolina con proprietà antitumorali.
L’acido punicico, il principale acido grasso (65%) si è dimostrato avere spiccate proprietà inibitorie del tumore alla mammella. Mentre le punicalagine, una famiglia di molecole appartenenti ai polifenoli, hanno una potente attività antiossidante.
Il suo consumo può, quindi, essere utile per combattere la pressione alta e i dolori articolari. Ma anche alcune infezioni del tratto urinario.
Il suo utilizzo in gravidanza consente un migliore sviluppo del cervello nel feto e aiuterebbe, grazie alla sua enorme presenza di calcio, le contrazioni uterine durante il travaglio.
Altre proprietà farmacologiche importanti gli derivano dalla presenza di alcuni alcaloidi, come la pelletierina e isopelletierina, presenti in particolar modo nella corteccia della radice. Queste due sostanze venivano, in un passato non molto lontano, utilizzate come vermifughe. In particolar modo come rimedio contro la tenia. Queste due molecole, infatti, agiscono prima sulla stimolazione e poi sulla paralisi del parassita.
Oggi, grazie alla presenza dei tannini e dei flavonoidi, utili per combattere il diffondersi dei radicali liberi che si producono durante l’attività motoria, ma anche grazie ai quantitativi di zuccheri facilmente “spendibili” o utili per un recupero più rapido, la melagrana (o i suoi succhi) viene utilizzata molto anche dagli sportivi.
Gaetano Paparesta